Battista Pierluigi - 2013 - La fine del giorno: Un diario by Battista Pierluigi

Battista Pierluigi - 2013 - La fine del giorno: Un diario by Battista Pierluigi

autore:Battista Pierluigi
La lingua: ita
Format: mobi, epub
Tags: General, Fiction
ISBN: 9788858644003
editore: Rizzoli
pubblicato: 2013-03-11T23:00:00+00:00


3

Piangere piano

«Sarà un caso?»: una delle domande retoriche più sciocche del lessico pubblico contemporaneo, prediletta da chi vuole immaginarsi padrone dell’ordito occulto che governa le cose umane. Un interrogativo che presuppone una complicità ammiccante con l’ipotetico destinatario e una risposta obbligata: «No, certo che non può essere solo un caso». E un grappolo di locuzioni contigue e altrettanto odiose: «non a caso», «non può essere un caso» (sentita anche nella versione più fanatica: «mi rifiuto di credere che sia solo una coincidenza»). Il Caso è infatti psicologicamente oneroso e inaccettabile. Non appaga il bisogno di trovare una trama e un colpevole, o almeno un responsabile. È l’ossessione del mondo disertato dagli dèi che non può rassegnarsi all’insignificanza. L’abuso di «sarà un caso?» vede il mondo pericolosamente affollato di coincidenze sospette. Invece la coincidenza esiste, è una probabilità statistica, come le combinazioni dei dadi. «Sarà un caso che sia uscito proprio quel numero?»: certo che sì. Più rassicurante immaginare la realtà come il frutto di un’intenzione coerente, come accade nel complottismo, versione degradata della credenza in un disegno provvidenziale.

Questo aveva sempre pensato P. Ma stavolta P., pur così refrattario alla mentalità complottistica, si trovò anche lui, con un certo disappunto, a formulare in interiore homine la stessa insopportabile domanda: «Sarà un caso?». Sarà un caso che nel romanzo di Philip Roth dedicato ai tormenti sessuali del vecchio «animale morente» irrompa con tanta bestiale prepotenza non una malattia qualsiasi, ma proprio l’incubo del cancro? Era forse una premonizione, un avvertimento, un messaggio? Era solo un caso che lui e il suo amato Roth si trovassero così spudoratamente sulla stessa, maledetta, lunghezza d’onda?

Proprio quella mattina, alle prime ore di un’alba insonne, prima di accompagnare Silvia per gli esami che avrebbero diagnosticato il tumore, P. aveva infatti sottolineato a matita i passaggi cruciali dell’Animale morente in cui il protagonista faceva i conti con il tumore che aveva colpito la sua giovane amante. Sarà stato un caso anche questo? Troppe coincidenze, troppi scherzi del destino. Primo: cosa stava facendo P. nei giorni precedenti la Tac di Silvia? Stava compulsando un libro che avrebbe dovuto essere il pilastro di una ricerca letteraria un po’ sconclusionata ma un po’ meno lugubre della solita pamphlettistica politico-ideologica: l’uomo anziano alla spasmodica ricerca di un nuovo flusso vitale che attraverso il sesso dia l’illusione di scacciare il fantasma della morte eccetera eccetera. Secondo: poi ha smesso di colpo, travolto da un referto destinato a trascinare la vita della sua famiglia in un abisso di sofferenza. Terzo: e quando ha smesso esattamente? Ha smesso esattamente la mattina in cui gli era apparso sin troppo evidente quanto per Roth il cancro fosse una vera ossessione (quasi come il sesso). Sarà un caso? O solo una coincidenza?

Ammesso che esistano, le coincidenze sono dunque molto crudeli. Ammesso che ci sia, non è un caso che il caso ami presentarsi in modo beffardo. L’accostamento che da quell’istante sarebbe apparso una sconveniente profanazione – sesso e cancro, due polarità, nel cuore di P., esistenzialmente inconciliabili – era esattamente al centro del romanzo di Philip Roth che P.



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